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Vivere o vivere consapevole?

Già, bella domanda. Che poi non è nemmeno una domanda vera e propria. Più che altro è un bivio. Una decisione. Una scelta. Chi non opterebbe per il vivere consapevole?

Il simile attira il simile.
Ognuno di noi risuona solo con ciò che gli appartiene.
Possiamo elevare la nostra consapevolezza semplicemente usando ciò che in ogni istante ci viene offerto: l’esperienza.

La Risonanza e lo Specchio

Spesso siamo portati a pensare, a parlare… è necessario FARE.
È così che il mondo esterno diventa il nostro campo di allenamento, la nostra palestra per passare dal vivere al vivere consapevole.

vivere consapevole 1

Ogni persona, ogni avvenimento che genera in noi sentimenti di rabbia, frustrazione, ansia, fastidio, tristezza, deve diventare un esercizio, uno specchio appunto, per chiederci: “Quando io mi comporto allo stesso modo e non ne sono consapevole?”.
Il più delle volte saremo portati a pensare: “Sì, lo so, chi non si comporta così?”. Non è la risposta giusta.

Quella che ci incatena è molto ben nascosta e non è facile farla emergere.
Bisogna scavare, scavare, trovare un esempio concreto, portare alla coscienza ogni singolo episodio.
Altre volte penseremo davvero che è impossibile, che quel comportamento non ci appartiene, è tutt’altro rispetto a noi. Ma se così fosse non risuoneremmo con quell’esperienza o quella persona.

Come fare per capire quando abbiamo trovato la risposta?

È semplice: ci farà male.
Potrà essere una sensazione di fastidio, ma spesso sarà un vero e proprio dolore che ci lascerà senza fiato.
Più forte è il sentimento in noi generato dall’”altro” con il suo comportamento, più nascosto è in noi quello stesso aspetto, e più sarà doloroso farlo emergere.
Occorrono pazienza, buona volontà, umiltà e coraggio.

Pazienza perché bisogna esercitarsi, non bastano pochi secondi perché la risposta arrivi, così che possiamo continuare come prima; siamo troppo abituati a vivere una vita non consapevole perché la nostra Anima ci serva la risposta senza sforzo alcuno, non ci sarebbe utile, non ci insegnerebbe nulla, soprattutto considerando tutte le volte che attraverso una intuizione, un disagio, un malessere, ha provato a comunicare con noi, ma noi ci siamo rifiutati di ascoltare.

Buona volontà perché tenderemo a dimenticare di allenarci, avremo sempre altri impegni e scadenze a cui pensare. Non dobbiamo ricordarci cosa e come fare scrivendolo sull’agenda, se davvero vogliamo tendere a una vita consapevole dobbiamo solo porci la domanda: “Quando io mi comporto allo stesso modo e non ne sono consapevole?”. Ogni volta che è necessario: quando passiamo con il verde a un incrocio e l’altro non ha rispettato il rosso rischiando di investirci, quando il collega ci fa un torto, quando il/la partner non ci dà ciò che vorremmo… È sufficiente trovare la “parola chiave”, trovare il “cosa” in quel comportamento che ci ha creato rabbia, vergogna, frustrazione, avvilimento.

Umiltà perché, se decidiamo di impegnarci seriamente, stiamo già accettando che quel nostro lato ombra c’è, non sappiamo com’è fatto, ci sembra assurdo, inconcepibile, eppure c’è, è lì. E ci allontana da una vita consapevole, da relazioni più armoniose, dalla serenità interiore e da una buona salute.

Coraggio perché siamo disposti a confrontarci con la nostra ombra, siamo pronti a guardare in faccia “l’uomo nero” sapendo che soffriremo, ma consci che è necessario un piccolo dolore per un grande cambiamento.

A volte sarà necessaria anche un po’ di fantasia: se lo “specchio” non riflette bene, proviamo a inclinarlo, a spostarlo, siamo elastici.
Riconosceremo in noi quell’aspetto dell'”altro” e il senso di quell’avvenimento sarà ciò di cui abbiamo bisogno per ritornare a quell’armonia che tutti diciamo di cercare.

Solo parole? Mera illusione? Roba da “fortunati” o “illuminati”?

No, niente affatto.
Quante volte evitiamo di pensare, di riflettere, temiamo il vuoto e la solitudine, tutto per paura di dover fare i conti con ciò che non ci appaga. Possiamo invece cominciare a chiederci: “Ho la vita che voglio? Sono felice?”. Se la risposta è sì, passate oltre. Ma se la risposta è “no”, evviva. Sì, evviva. Perché abbiamo l’opportunità di fare qualcosa.

Di fare tutto, a dire il vero.

Usare la risonanza e gli altri come “specchio” è un buon punto di partenza: non costa nulla in termini di denaro, tanto per cominciare. Non bisogna essere esperti di nulla. Basta solo avere pazienza, buona volontà, umiltà e coraggio.

Solo così possiamo ri-conoscerci e, accettando quell’aspetto di noi come naturale, come parte di noi, pian piano potremo decidere di restare così o di cambiare. Niente giudizi, niente critiche, niente sensi di colpa. Non si tratta di essere giusti o sbagliati, buoni o cattivi, ma di essere noi stessi.

Si tratta di essere liberi. Ma per essere liberi, dobbiamo essere consapevoli.

Non ci si vanta di cambiare, non si cambia a chiacchiere, non si cresce a parole, si fa e basta.

L’unico rischio che corriamo, e accadrà di certo, è che cambierà irrimediabilmente la nostra percezione del mondo che ci circonda. Non punteremo più il dito verso nessuno. Ci rimboccheremo le maniche. Saremo sempre più allineati con le energie dell’Universo e il simile continuerà ad attirare il simile, solo che attireremo altro. Altro di “buono”. E se qualche volta non sarà proprio “buono” poco male: sappiamo già che sarà utile.

In fondo è tutta qui la differenza tra vivere e vivere consapevole.

Barbara Crocetti

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Barbara Crocetti - Studio di Naturopatia Integra

Barbara Crocetti è Naturopata, Omega Healing © Coach e Master Reiki dei Delfini di Atlantide, oltre che dōTERRA Wellness Advocate.
Specializzata in Fiori di Bach, Aromaterapia e Aromatouch©, Intolleranze e Mineralogramma, Nutrizione energetica e dimagrimento naturale, Fito-gemmo-oligo-micoterapia funzionale, Spagyria e Astrologia karmica, Lettura Registri Akashici, Crescita spirituale e personale.
È formatrice in Discipline olistiche riconosciuta da Opes Italia Dip. Benessere.
Registr. Albo Naz. n°A4357/2018
Libera Professione ai sensi della L. 4/2013 con P. IVA 02256300688

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